Ti sarà capitato di dover accettare decisioni prese da altri anche senza condividerle. Ci può stare! Ma, se da tempo si ripete questa modalità, ti suggerisco di fermarti un momento.
Cosa ti sta bene di ciò che hai? Quanta fatica hai fatto per ottenerlo? Quanto spazio riservi nel comprendere cosa ti manca, cosa desideri? Quante volte hai provato a dire la tua in dissenso con gli altri?
Quell’abito comprato in fretta sotto casa (tanto l’uno vale l’altro); quel modo di portare i capelli che non ti piace più ma che non intendi modificare perché il parrucchiere bravo sta troppo distante da casa; le pareti di casa bianche che non ti ispirano troppo e che non rendi colorate perché ciò che non è “neutro” potrebbe “stancarti”; quella cena con gli amici in cui ordini sempre la stessa pietanza dopo aver fatto ogni volta su e giù sul menù mentre tutti sono ad aspettarti ben sapendo cosa ordinerai…
E quella vacanza che organizza qualcun altro per te ma che raramente ti sta bene; l’uscita del sabato quando ti chiamano per invitarti e la domenica con il pranzo, la partita, e la tuta tutto il giorno perché è più comodo… quella ragazza che ti piace tanto ma: “e se non le piaccio?” o quel ragazzo che ti stuzzica a cui non sai dire di no pure rendendoti conto che davvero non ne vale la pena…
Se ti invitano, vai ma non sei tu a scegliere dove andare; e al cinema quel film che ha voluto vedere che ti fa stare tutto il tempo con gli occhi chiusi e le orecchie tappate, senza darti nemmeno la possibilità di addormentarti in pace…
Decide sempre per te oppure sei tu che non prendi l’iniziativa di mostrare ciò che vuoi veramente?
Quella mancanza di presa di posizione con la tua compagna renderebbe meno faticosa la vita a tua madre; quel dire “pane al pane e vino al vino” a chi calpesta le tue abitudini, le tradizioni a cui tenevi di più e le elimina di colpo perché”sono sciocchezze”… Ti fa comodo non discutere e, se chiarissi ogni tanto ti impegnerebbe a una presenza più adulta e responsabile che ti affatica solo all’idea… piano piano non ti accorgi che a furia di abbozzare, in tanti pagheranno i tuoi silenzi. Come accade a quel collega che, ultimo arrivato, cerca di essere coerente e che viene emarginato perché intacca rendite di posizione … e tu stai lì a guardare perché potresti farti dei nemici.
Non stai subendo lo strapotere di alcuno! Stai solo accettando situazioni che non condividi ma che non vuoi contrastare. Sai che per farlo dovresti interrogarti, essere presente, assumerti la responsabilità di ciò che senti e sopratutto il rischio di sbagliare.
Sarà più comodo coltivare vittimismo piuttosto che correre il rischio di attribuire a te l’errore; te la scansi abilmente tra alibi e illusioni che reggono il tempo di essere pronunciate.
Quante energie spese a lamentarti di lui, di lei, degli altri che fanno a testa loro senza mai considerare ciò che piace a te, ciò che ti darebbe gioia…
Troppa fatica per essere felice! Ma quanta e di più ce ne vuole per rimanere infelice!
Lascia la tua comfort zone in cui regna la pigrizia e l’apatia, metti scarpe comode e apri quella porta!
Prendi in mano la vita e falla girare nel tuo verso. Se si inceppa o fa resistenza, abbassa la testa e cambia direzione. Subire non è piacevole e nemmeno ti aiuta ad imparare a farlo più in là. Il tempo, da solo, non ti dà forza se non sai prendertelo e gestirlo.
Lascia la poltrona e prendi il viaggio, incoraggiati a cercare ciò che ti stimola, che ti incoraggia a proseguire e inizia a coinvolgere, a motivare gli altri a scegliere ciò che ti va. Impara a prendere tu l’iniziativa e a declinare il corso della situazione senza aspettare la sua prima mossa… falla tu e accetta anche l’errore. Basta con quel “quieto vivere” che crea connivenza e alla lunga fa male a tutti. Sii coerente! Chi fa da sé non si lamenta ma cerca di cambiare le cose per farle andare meglio. Credimi, presentarti dinanzi a una giornata organizzata da altri, con persone e modalità scelte da altri, ti sta preparando a vivere una vita che non è tua.
Scegli, decidi, mostra alla tua esistenza la tua capacità di individuare ciò che ti rappresenta, ciò che ti rassomiglia e convinci gli altri a seguirti, ogni tanto. Abbi più fiducia in te per iniziare a fare come non hai mai fatto. Potenzia il tuo senso di responsabilità verso di te e verso gli altri e ribellati a ciò che non ritieni giusto.
Raggiungi quel parrucchiere, compra quel pantalone bordeaux e sostituisci quelli beige che tua madre ti invitava a comprare perché: “sono neutri e vanno con qualunque giacca!”. Qualunque, poi… la giacca è sempre stata blu o grigia.
Fortifica le tue modalità di comunicazione e affina la capacità di negoziazione per incoraggiare l’altra persona a fidarsi della tua scelta. Non manipolare, non ne hai bisogno; ma convinci (Vinci con, vinci insieme) e sii entusiasta delle possibilità che ti apre questa tua nuova propensione al rischio. Tra subire e dominare c’è tutta una gradualità fatta di rispetto, consenso, tolleranza, cura…
Scegli di lasciare la posizione passiva e agisci! Gestisci tu quella persona che ti stuzzica a cui non ancora hai fatto capire se il suo gioco ti piace o no. Stabilisci tu con coerenza cosa corrisponde al tuo sentire, più che al pensare; ascolta le tue emozioni e vai dove ti portano. Sono le emozioni profondamente tue, libere, autentiche che ti fanno sentire la libertà, vera porta verso la felicità!