Ci sono silenzi che non riescono ad essere datati perché non riesci a capire quando sono nati, né quando siano stati interrotti; senza, poi, voler considerare i complessi e vari stati d’animo che li attraversano e li collocano in uno spazio poco definito. Sono tre mesi che la mia pausa dovuta ad un cambiamento mi ha lasciato in silenzio con tutti voi. Cambiamento dovuto alla mia nuova anca che mi hanno sostituito alla gamba destra.
L’esperienza è stata per me tanto edificante che ho pensato di raccontarvela.
Ho avuto, sin dal principio, la sensazione di una discontinuità assolutamente positiva e costruttiva. Ho incontrato un chirurgo, maestro nel campo, di cui ho già raccontato in un post precedente (cit.”Non sono tutti uguali”). L’avermi comunicato sin da subito competenza, affidabilità, attenzione, ascolto, mi ha fatto affrontare l’evento con la massima tranquillità. Sono entrata in sala operatoria sorridendo e sono uscita dopo poco più di un’ora con un sorriso ancora più convinto…
E poi, da qui, tutto in discesa: persone splendide si sono prese cura di me, i miei cari hanno superato ogni aspettativa; il confort, le condizioni ideali di ripresa, hanno reso ogni giorno un giorno nuovo. E nuovo è stato il mio ritorno ad una normalità che non conoscevo più. Ogni giorno, una scoperta! Ho attraversato con successo nuove possibilità che si aprivano, con emozioni di meraviglia. Ricordo il mio ritorno al centro commerciale… tutto ciò che avevo visto da sempre, gli scaffali, le offerte, l’intera esposizione sembrava sconosciuta o ritrovata ma in una condizione molto più “colorata”. Sono stata invasa da un profondo senso di gratitudine e mi sono scoperta tante volte con un sorriso che non era collegato direttamente a qualcosa. Gratitudine per come è andata, per le persone che ho incontrato e che si sono prese cura di me, per i sentimenti nuovi che prepotentemente si affacciavano alla ripresa del movimento. In tutta questa positività, il silenzio ha tentato di mettere ordine e di rendermi consapevole delle mie nuove facoltà con una età aumentata di tre, quattro anni…
Ho scoperto di aver rinunciato a cose che credevo mi mancassero tanto e che oggi, invece, non mi interessano più; ho preso familiarità con la poltrona, tra l’altro regalatami per questa occasione, che mi ha fatto passare piacevolmente le ore del riposo forzato insieme alle mie serie coreane, i libri, i contatti con tanti di voi, il telefono finalmente dedicato alle chiacchierate…
Queste passate feste hanno costituito una pausa obbligata tra il prima e il dopo ed eccomi qui a partire da voi. Riprendo il piacere di continuare a lavorare al mio libro, la mia agenda scadenzerà i miei appuntamenti con voi in cui ascolterò i vostri racconti e tornerò ad esservi di aiuto per vivere meglio il vostro tempo. Ritornerò a lavorare nelle scuole con passione ed intensità.
Un cambiamento forzato si è svelato una grande opportunità: ringrazio quanti l’hanno condiviso con me, lasciandomi la possibilità di renderlo una opportunità edificante, innovativa: un’occasione per diventare migliore.