La bellezza del dubbio

Il dubbio è un’arte difficile da praticare, rara da esibire, complessa da contestualizzare. E’ frutto della volontà di crescere, di riflettere, oppure è espressione di debolezza? È segno di innocenza, di libertà dai pregiudizi o di insicurezza e sottomissione? Ti capiterà spesso di incontrare chi emette sentenze sommarie, proprio perché oggi più di ieri, nella società liquida (Bauman) le certezze vacillano: nei valori, nel linguaggio, nelle relazioni ed è proprio grazie all’incertezza, al dubbio,che riusciamo a non cedere ad automatismi sbrigativi, a resistere a ragionamenti pregiudiziali, ad apprendimenti di superficie.

Se eviti di ripetere: – Io sono fatto così e non cambio idea – esprime tutto il rispetto che hai per la tua intelligenza, richiama la tua forza e non considera negativamente la tua vulnerabilità. Se insinui il dubbio in ciò che hai sempre guardato a senso unico, se la realtà ti sembra ripetitiva e non fai fatica a sostituirne dei pezzi, se non tremi al pensiero di votare diversamente, se un taglio o un colore ai tuoi capelli non ti sembra un rischio da non praticare, stai esercitando il tuo diritto di dubitare! – E se lei avesse ragione? Se mi sta dando la possibilità di guardare ciò che non ho mai considerato? Se ciò che ho chiuso in una fortezza dentro di me mi avesse impedito di puntare sulle mie migliori potenzialità per il timore di sbagliare? – Se hai sbandierato la soddisfazione di pensarla in quel modo e pur di non modificarlo, ti appigli ai tempi che sono cambiati, ai giovani di oggi che sono senza valori, alla delinquenza che pare sia sempre fuori dalla tua porta, alla cultura che non c’è più, compi questo atto di coraggio e intelligenza e insinua il dubbio!

Troppe volte ci illudiamo di essere capaci di confrontarci, di essere grandi ascoltatori ma, credimi, ti sto parlando di una pratica davvero difficile. La convinzione che mette a dura prova il dubbio, la verifica, il ripensamento (immagina nelle relazioni di coppia o con i figli o con i colleghi), ti esclude dal confronto e dal dialogo. Il bisogno di controllo mina profondamente la capacità di ascoltare in maniera generativa. Andare avanti per una strada che abbiamo già percorso; ignorare nei figli la loro novità, quella a noi del tutto sconosciuta; chiudere le porte al progresso tecnologico invece di imparare ad utilizzarlo, può comportare ignoranza e mancanza di consapevolezza rispetto al contesto culturale, relazionale, esistenziale che stiamo attraversando. Ti sarà difficile andare avanti allo stesso modo di tuo padre: potresti avvertire ben presto di sentirti fuori luogo e, per evitare di incidere su di te, ricorrere alla ben nota affermazione: – è tutto cambiato, non si capisce più niente! Ai miei tempi…-

Diffida, da chi dichiara con assoluta certezza di non poter cambiare idea, anche se sei tu a dirlo. La cambierai o meno non conta: l’importante sarà averla messa in dubbio. Non sei l’unico ad aver vissuto e se tu sei riuscito a realizzare tanti successi, non ignorare chi ha fatto altrettanto e che hai considerato strano, limitato, perdente! Ogni vita è un capolavoro unico! Rispetta chi ti è difronte e non considerarlo uno specchio ma un ritratto di colori e forme proprie da cui potrai prendere inspirazione per vestirti, truccarti, scegliere accessori che maggiormente si confanno al tuo profondo modo di essere. Anche quello che etichetti come “strano”, ha tanto che ti appartiene: ha, più di noi il coraggio di fare della sua stranezza, il suo orgoglio. Certo, tutti gli approcci al dubbio risultano positivi e difenditi dai dubbi che ti paralizzano, che ti lasciano troppo a lungo nella indecisione, che ti riempiono mente e cuore di domande su domande, a scapito di chiarezza e decisionalità. Non sono le certezze che fanno male alla vita ma il bisogno di rimanere in esse per il timore di volerle o doverle modificare. – Io sto bene così! – andrà ripetuto tante volte ma, ogni tanto controlla se davvero stai bene permanendo in quella realtà, oppure dubitando delle tue possibilità, stai credendo di essere obbligato ad accettarla.


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