La grande attitudine a considerare te stesso e gli altri una grande preziosità, ciascuno con il proprio ruolo, con la specifica distanza da te, con i contesti in cui ti inserisci, con la gradualità che il legame consente è cura di te, per l’altro, per gli altri, per la terra, per la vita…
La Cura ti chiede di farti da parte per un attimo e rimanere in ascolto, allenarti per cogliere le priorità e agire di conseguenza; è avere a cuore e volere intervenire; mettercela tutta per spostare te stesso dalla centralità delle tue attenzioni e non chiudere l’esistenza tra le pareti del tuo piccolo mondo. La cura non è solo nelle intenzioni: essa è attiva, energica, pratica. Prendersi cura non è solamente pre-occuparsi ma occuparsi, disporsi ad essere parte e, se serve, farsi da parte. La cura richiede attenzione e “l’attenzione è il contrario dell’incuria e dell’indifferenza”. (Simone Weil)
L’attenzione, elemento indispensabile perché ci possa essere cura, richiede apertura a ciò che accade, interesse per ciò che è altro da te, rispetto di ogni differenza in quanto unicità e irripetibilità. Un oggetto di valore è tanto più prezioso quando è unico. E la centralità è proprio questa: esiste cura se riconosciamo la preziosità di ciò che va custodito, l’intrinseco valore di ogni persona, di ogni equilibrio esistente sul nostro pianeta…
Ecco perché diventa rivoluzionario il percorso dalla responsabilità alla cura. Esso implica il riconoscimento dell’importanza di tutto ciò che è fuori di me, mi appartenga direttamente o meno. I nostri figli vanno educati sin da piccoli al valore delle persone, di ogni essere vivente, di ogni oggetto in nostro possesso. Far nascere la conquista di ciò che desiderano attraverso un processo di consapevolezza del suo valore, è educarli al rispetto. Troppe cose non rappresentano sobrietà e confondono i valori e i significati. Rendere tutto possibile e a portata di mano, non ne sancisce la preziosità e fa scemare il desiderio.
Perché mai dovrei prendermi cura di qualcosa, di qualcuno che ritengo non abbia valore?
E’ così che “farsi cura”, diventa impegno concreto, investimento su di sé, sulle proprie energie, sul proprio immediato presente, sulle proprie mani, gambe, cuore, cervello… dalle parole ai fatti, dal pensiero ai sentimenti, dal desiderio all’apprezzamento del valore.
Per la cura non si tratta di bontà, ma di coerenza rispetto al ruolo che ciascuno assume di volta in volta nei suoi percorsi di vita. Si tratta di essere testimoni di corresponsabilità nella costruzione di un continuo “essere insieme”, di essere consapevoli di avere ed essere parte di una costruzione che ci riguarda in prima persona e che parte da noi per arrivare a tutti gli altri, dall’ambito personale a quello familiare, sentimentale, professionale, sociale, politico, ambientale…La capacità di prendersi cura è elevata e sobria, risolutiva e silenziosa, leggera e delicata… rappresenta la capacità di uscire da sé per farsi altro.