Al di là di ogni ovvia affermazione sulle opportunità che offre la scuola di qualunque livello, sarà utile riflettere su abitudini e comportamenti che ne connotano la positività e l’efficacia.
Incontri da consolidare o incontri nuovi, ritmi differenti rispetto al lungo periodo di ferie, libri e materie nuove, orari ben diversi da quelli estivi. Piccola metafora della vita, tra alti e bassi, cambiamenti da realizzare, successi e sconfitte, aspettative e delusioni, tutto va inserito in una nuova normalità. Fine delle uscite serali tranne quelle del week end, orari da rispettare, pomeriggi dediti allo studio, verifiche, interrogazioni; una miscela di puntualità, una frequentazione quotidiana che raccoglie emozioni, sfide, innamoramenti, predilezioni per questa o quella materia, scoperte sfidanti ogni giorno di più …
Per gli insegnanti
Vi invito a coltivare relazioni inclusive e positive sin dal primo giorno per poter raccogliere attenzione, ascolto, rispetto ed altrettanto darne.
Siate i primi a coltivare il rispetto verso l’intero gruppo classe. Iniziate con una presentazione da parte di ciascuno per raccontare del periodo estivo, delle aspettative, delle ansie per un nuovo inizio. Poi, raccontate le vostre emozioni del primo giorno, come intendete affrontare l’intero anno, cosa pensate di privilegiare. Potete presentare il completo programma dell’anno: di cosa parlerete insieme, cosa potranno sviluppare gli alunni in termine di esperienza, apprendimento, attitudine ad affrontare la propria età e le relative scelte, il piacere di condividere e collaborare.
Il metodo sia interattivo e applicare strumenti per verificare l’apprendimento. Coinvolgete tutti, non lasciatevi trasportare dal rischio di privilegiare i più bravi: siate convinti che tutti possono diventarlo.
La scuola, a qualunque livello non sia punitiva; evitate di sottolineare ciò che l’alunno non conosce ma aprite la sua curiosità e la fiducia nel poter colmare le lacune. Date supporto a tutti: ai più bravi perché collaborino, a quelli che credono meno in se stessi mostrando fiducia in loro.
Per i genitori
Evitate di proteggere ad ogni costo. Non siete in aula con i vostri figli e loro non vi ameranno di più se sarete loro complici contro gli insegnanti. Guardate alla crescita complessiva e siate attenti a non alimentare il senso di frustrazione dinanzi alle sconfitte. Un voto al di sotto delle aspettative, è solo un voto e ogni insegnante ha il suo metro di giudizio. Anche qui, metafora della vita. I ragazzi diventeranno uomini e donne che vinceranno e perderanno ogni volta che si sperimenteranno e, quando non vinceranno, non è sempre colpa degli altri. L’espressione “ce l’ha con mio figlio” è sempre dietro l’angolo ma fate in modo che la frustrazione per un cattivo voto diventi fiducia in sé riportando i ragazzi alla realtà e alla sua accettazione. La realtà non va nascosta ai ragazzi, non va dissimulata. Non esiste la famiglia perfetta, la scuola perfetta e non esiste il figlio perfetto perché la perfezione non esiste. Non spingete i vostri figli ad ottenere risultati sempre superiori come trofeo della vostra esistenza di genitori ma motivate e incoraggiate e penseranno loro al resto.
Lo schermo, e il touch del mondo virtuale che, per definizione in fisica, indica il “non reale, non effettivo“, riduce di tanto l’impatto con la realtà. Si rischia di confondere il virtuale con la vita e non è facile uscire dalla bolla del non reale se le comunicazioni sono affidate a messaggi, le relazione possono nascere o finire con un click, i contatti sono scambiati per amicizie, le emozioni affidate ad emoticon… con la realtà che rischia di essere latitante.
La scuola, al contrario entra concretamente nella vita di ciascuno che la abita, direttamente ed indirettamente. E, sarà proprio grazie a quegli insegnanti che tantissimi di noi sono diventati uomini e donne di valore perché, oltre a mamma e papà, hanno segnato la nostra vita.
E voi, cari genitori, non saprete mai, quello sguardo severo, quel compito fatto ripetere, quel voto al di sotto delle aspettative quanto abbia segnato vostro figlio fino a farlo diventare la bellezza a la grandezza che sarà a quarant’anni.