Questa mattina, al mio solito bar sotto casa, ho passato dei minuti a chiacchierare con un mio nuovo amico; una persona che da tempo notavo per la sua eleganza, discrezione, educazione. Lì in silenzio, al suo tavolino, tante volte affiancato da suo figlio o da solo. Un posto strategico, dinanzi all’ingresso del Bar dal quale tutti devono necessariamente passare. E già questo la dice lunga sul fatto che non ha mai disdegnato un saluto, un sorriso, la mano tesa: non si è mai appartato o seduto dietro una delle colonne del bar per voler rimanere da solo, chiuso nei pensieri. Invece, no. Sempre con le labbra a mezzo sorriso, pronto a rendere deciso il suo saluto a chi glielo rivolgesse. Tempo fa, ho provveduto a dargli il mio recapito telefonico ma credo che la sua educazione gli abbia impedito di chiamarmi. Questa mattina, invece, gli ho parlato del mio blog e di come avrebbe potuto scegliere dei post che potessero interessarlo. La sua convinzione di essere fuori dai tempi, lo ha portato alla conclusione che non avrebbe mai potuto arrivare ad usare la tecnologia. Abbiamo chiacchierato e la sua attenzione, alimentata dalla intelligenza e dalla enorme curiosità, mi ha posto dinanzi a un vero “principiante” che sa di non sapere ma che ho convinto a sperimentarsi per potenziare i suoi contatti e avere un maggior numero di interlocutori. L’ho avviato all’utilizzo dei messaggi vocali da lanciare ai suoi contatti ogni volta che avesse il piacere di parlare, comunicare fatti, domande, emozioni. Parlare, per il mio amico, è più fattibile che scrivere ed allora, gli è sembrato salvifico poter contare sulla scoperta di questa sua nuova abilità esercitata con i messaggi vocali. Certo, perché se il tempo ce ne fa perdere alcune, ci rimangono talmente tante altre abilità da poter elevare continuamente il livello di benessere guardando comunque ad un futuro nuovo, tutto da scoprire. Mi ha fatto accomodare accanto a lui, al “suo” tavolino e mi è sembrato naturalissimo che accadesse…il suo sorriso invadeva ed alimentava continuamente la mia gioia nel vederlo partecipe di apprendimento, le sue mani che stringevano le mie mi dicevano quanto è bello inneggiare alla vita attraverso le piccole cose. Che meraviglia l’incontro! E che meraviglia la vita anche quando ci presenta la tentazione di rinunciare a goderne! L’ho salutato dandogli appuntamento a domani mattina al nostro “consueto” Bar. Qui ci incontriamo in tanti, accolti da chi dal bancone, tra un caffè e un cappuccino, prepara anche battute, sorrisi, saluti tutti dedicati ad ognuno di noi da chi sa celebrare il lavoro come piacere di saper stare con gli altri. Un “non luogo” divenuto più luogo di tante case abitate dall’indifferenza o dall’interesse, un piacevole contesto benedetto che alimenta significati che vanno ben oltre l’offerta commerciale. Forse non cambierei abitazione per non lasciare questo luogo in cui l’amicizia sembra offrirsi ad ogni frequentatore. Bimbi appena nati, mamme in attesa, coppie che si intrattengono piacevolmente, una amica che non ha più la compagnia della sua amata cagnolina, chi festeggia il suo matrimonio e tante storie tra gallerie di volti che diventano ogni giorno più netti e definiti. CI siamo salutati; il mio nuovo amico, approfittando del bel sole caldo di oggi, si è allontanato a piccoli passi lenti con un sorriso che andava ben oltre il suo viso.
Quanti anni ha il mio amico? A che generazione appartiene? Quali gli incanti e i dolori della sua vita, uno o centomila? Quante primavere avrà attraversato e quanti inverni lo avranno tenuto inchiodato ad una finestra… non lo voglio sapere e quanti anni ha , nemmeno voglio saperlo… La forza dell’incontro va ben oltre queste piccolezze!