Dopo le festività di fine anno, ho la consapevolezza che tutto per me diventi feriale il primo giorno di febbraio perché, nonostante il lavoro sia ripreso e con esso il ritmo ordinario, resto costantemente in attesa del 31 gennaio che per me è un giorno davvero importante.
Quindi, vi racconto del tempo ordinario, a partire dal 1 febbraio.
Può darsi che tornare al tempo scadenzato dagli impegni, per alcuni sarà stato un piacere: ritrovare i colleghi, i compagni di classe, orari più regolari, maggiore silenzio nella propria casa…
Per altri, sarà risultato pesante, faticoso, stressante, complicato da gestire e, come sempre, casa, lavoro, famiglia… Per altri ancora avrà rappresentato l’inizio di qualcosa di importante, di rinviato da tempo oppure una nuova occasione da cogliere, una ristrutturazione di sé o del proprio ufficio, un momento da cui ripartire per cambiamenti che attendevano solo di realizzarsi…
Guardiamo alla ferialità come al tempo che ci separa dalla prossima vacanza, dal riposo, dalla festa successiva. Senza il tempo feriale, sarebbe sempre festa e, di conseguenza, mai festa!
È il tempo della costruzione, del giorno per giorno, del dovere, della semina, dell’operatività, delle relazioni quasi mai scelte, del darsi da fare, del rivedere e riproporre…
Eppure, se sai bene utilizzarlo e attraversarlo, può rappresentare un tempo speciale in cui metti in campo azioni che, quasi a tua insaputa, ti assomigliano di più, anche nella più banale ripetitività.
Sei sempre tu! Se crei o ripeti. Nulla si muove e avviene “per caso”. Nessun rapporto si aggiusta o si deteriora per il semplice passare del tempo.
In un modo o nell’altro tutto passa attraverso di te e vive della contaminazione con chi incontri, con tutto ciò che sei e fai, con le scelte anche improvvise o banali, da solo o in compagnia.
Probabilmente, buona parte di innovazione, costruzione, avviene nel tempo della ferialità.
In questo senso, sopratutto se vivi bene la vacanza, la ferialità può divenire il tuo tempo privilegiato in cui tutto ciò che viene da te parla di te, è espressione di te, della tua energia, delle tue attitudini; rende concrete le tue decisioni rispetto a quanto ritieni importante, urgente, prioritario, indispensabile, improrogabile. E se ne diventi più consapevole, riuscirai a diminuire fortemente ansia e stress negativo.
Il rispetto che devi a te stesso ti orienta a considerare importante tutto ciò che fai, anche negli errori perché ti rappresenta e la ferialità può divenire, in questo senso, una normalità che tutto è meno che banalità, routine, passiva ripetitività di automatismi.
Se ti rassomiglia e ne sei orgoglioso diventa straordinario l’ordinario, inconsueto il prevedibile, autentica, originale, unica ogni tua azione, anche se compiuta alla stessa ora e, apparentemente, allo stesso modo del giorno precedente. La soddisfazione in ciò che fai si manifesta ogni giorno, ti motiva ad andare oltre, ad inventare, sperimentare, osare con la possibilità di scoprire, facendo, il motivo conduttore della tua vita.
Sei tu ad agire, tu a sentire, a gioire o a soffrire; sei tu che attraversi il tempo che, proprio perché tuo, unico e irripetibile, ti rappresenta e si distingue dal tempo degli altri.
Vivi con impegno e leggerezza la tua ferialità! Utilizza il tempo come strumento di realizzazione per ciò che sei e per quello che desideri. Non chiedere giornate da 36 o 48 ore: non servirebbe a nulla. Ti sentiresti più incapace anche con più ore a disposizione. Utilizza ciò che hai a disposizione ed organizza le tue forze e il tuo talento distribuendoli e spalmandoli su ciò che per te è davvero importante. Non disperderti e non attendere la festa perché non ce la fai più o perché sei arrivata allo stremo delle forze.
La festa è occasione per rinfrancarti e recuperare creatività, immaginazione, voglia di fare, fiducia in te; occasione in cui godere del tempo di pausa, di incontri privilegiati e scelti, di attenzione, prodigalità e gratuità nei confronti di chi attende la festa per vivere con intensità la vostra bella compagnia!