I genitori spesso sentono una forte responsabilità nel garantire il benessere e la sicurezza dei loro figli, mettendo così in secondo piano le proprie esigenze e quelle della relazione di coppia.
La società invia continuamente richieste di perfezione a qualunque livello ed enfatizza l’importanza di essere “perfetti” anche nei difetti…: multitasking, genitori e figli all’altezza del compito, professionisti al top… e di offrire ai bambini ogni possibile opportunità, mantenendo il controllo su tutto quanto accade intorno così da divenire genitori/maghi della pre-visione.
Inoltre l’affare educativo è sempre messo sotto osservazione e i genitori possono temere il giudizio altrui se non sono percepiti come attenti e dedicati ai loro figli, portandoli a investire più tempo ed energie nella genitorialità piuttosto che nella relazione di coppia. Un figlio perfetto riporta ad un genitore capace, in gamba e per questo l’educazione dei figli rischia di diventare la prova di sé. Per questo, alcuni genitori trovano un senso di realizzazione personale nel loro ruolo genitoriale, che può diventare predominante rispetto al loro ruolo di partner nella coppia anche perché il primo è meno evidente del secondo che si sviluppa sopratutto nella relazione quando si è da soli.
Bilanciare i ruoli di genitore e partner può essere complesso, e i genitori possono trovare più immediato e urgente rispondere ai bisogni dei figli rispetto a quelli della relazione di coppia. In ogni caso, i figli crescono e scelgono la loro strada anche lontano dai genitori che tentano, qualora possibile, di perpetrare la propria funzione di controllo sugli eventuali nipoti.
A volte, concentrare l’attenzione sui figli può servire come una distrazione dai problemi presenti nella relazione di coppia che vengono percepiti quasi come connaturati, naturalmente dovuti al passare del tempo… Investire tempo ed energia nei bambini è dinamico, attivo, più fruttuoso e può essere una strategia per evitare di affrontare conflitti o insoddisfazioni con il partner.
In realtà, a volte incide anche il modello educativo ricevuto nella famiglia di origine e i genitori spesso replicano i modelli che hanno visto nella loro infanzia. Sacrifici, rinunce e attenzione focalizzata sui figli, possono rendere inclini a fare lo stesso. Tra l’altro, dedicarsi ai bimbi richiede molto tempo e energia, e dopo aver affrontato le necessità quotidiane dei figli, i genitori possono sentirsi esausti, con poca motivazione o risorse per dedicarsi alla coppia.
C’è da dire, comunque che per chi si impegna tanto ad essere un buon papà e una brava mamma, è indispensabile tenere presente che l’eccessiva attenzione rivolta ai bambini può avere effetti negativi sul loro sviluppo e benessere.
Se i bambini vengono costantemente monitorati e assistiti, osservati, corretti e controllati possono sviluppare una dipendenza dagli adulti, riducendo la loro capacità di diventare autonomi e di risolvere problemi da soli. In realtà, questo approccio può aumentare i livelli di ansia nei bambini, poiché possono sentire una pressione costante per soddisfare le aspettative dei genitori. Il rischio più comune quando i genitori intervengono troppo spesso, incide sulla formazione dell’autostima dei bimbi che percepiscono la continua presenza degli adulti come “propria incapacità di riuscire” e di affrontare le situazioni da soli. I bambini imparano tanto facendo, anche sbagliando. Un’attenzione eccessiva può impedire loro di esplorare e imparare dalle proprie esperienze.
Quando, inoltre, i bambini sono costantemente affiancati, fanno fatica a socializzare visto che tutti gli altri non sono come i genitori e sopratutto i coetanei non sono così disposti ad essere comprensivi come mamma e papà …
È importante trovare un equilibrio tra supporto e indipendenza, tra sostituzione e sostegno. L’importante non è avere figli perfetti (anche in considerazione che non esiste una perfezione) ma figli felici. E per esserlo, i genitori devono motivarli sostenendo la crescita dei desideri, dei sogni, della immaginazione potenziando stima e fiducia in sé per affrontare il mondo in modo autonomo e personale.