Avrai tante volte sperimentato che stare a riflettere sui tuoi limiti, sui disagi non ti ha dato la soluzione corretta per risolverli. Nella società contemporanea, spesso si ricorre all’analisi o alla riflessione personale. Tutto perfetto ma, per credere se è questa la strada giusta e corretta per te, c’è senz’altro un metodo infallibile: chiediti se analizzando, riflettendo, elaborando, hai veramente risolto i tuoi problemi. E, se al contrario, tutto è rimasto come prima o addirittura è peggiorato, perché procedere allo stesso modo? Sforzandoti di trovare ragioni e cause avveratesi anni addietro, potresti non risolvere ma addirittura peggiorare la tua situazione.
Quante volte mi è capitato di raccogliere racconti in cui una persona anche se non più giovanissima, dopo anni di riflessione su se stessa e di analisi, mi abbia comunicato che le negatività della sua vita dipendevano dalla propria madre. SI trattava, in realtà, di una madre, oramai non più in vita da oltre venti anni!!! E la signora alla mia presenza non era più adolescente. Bloccare i propri percorsi di crescita pensando di legare tutto a ciò che oramai è ancorato a un passato dal quale non hai tentato di uscire, né di elaborarlo reagendo con la fiducia in te, molte volte più diventare un alibi per non muoverti in una direzione apparentemente più impegnativa.
Sai quanto può essere faticoso esistenzialmente irrigidirti in certe motivazioni e fare di tutto per dimostrare costantemente che tutto derivi da esse? Rischi di innescare un processo di svalutazioni di te e/o della realtà che fotografano le negatività e da esse fanno dipendere la tua vita.
Il tuo bisogno di controllare non ti aiuta
Tante volte, ragionare sulle carenze, ti dà l’illusione di avere il controllo su di esse. È come se conoscendole, ti facessero buona compagnia; come se conoscere il tuo nemico lo rendesse tuo complice. Ciò che ti spaventa in realtà, non è tanto il problema in sé, quanto non conoscerlo. Ti convinci che sviscerandone tutte le sfumature, i dettagli e le possibili implicazioni, puoi conviverci e, tra un approfondimento e l’altro, ti illudi di trovare la soluzione.
In realtà, corri il rischio che di analisi in analisi, giungi sempre alle tue conclusioni che ti insabbiano in un percorso senza via di uscita in cui l’unica possibile è l’accettazione passiva. Ogni risposta che ti dai diventa una nuova domanda e ogni spiegazione aumenta la complessità dalla quale corri il rischio di sentirti imbrigliato con pensieri ed emozioni tra cui difficilmente riesci a fare chiarezza.
Comprensione su comprensione, senza via di uscita può esporti a un approccio ansioso proprio in relazione al gap tra eccessiva fatica e scarsi risultati di benessere. Comprendi, spieghi, rimugini ma senza risolvere… e la giustificazione trovata per quel determinato disagio non ti aiuta a risolverlo ma molto probabilmente ti abituerà a conviverci in eterno, fino all’ossessione.
Agisci!
Un approccio alternativo e spesso più efficace è quello di concentrarti sull’azione piuttosto che sulla riflessione. Affrontare i tuoi disagi attraverso cambiamenti pratici e tangibili nella propria vita può essere molto più produttivo. L’azione aiuta a spostare l’attenzione dai problemi alle soluzioni, promuovendo un senso di efficacia personale. Inoltre, il coinvolgimento in attività pratiche può distrarre la mente dai pensieri negativi, riducendo l’intensità del disagio percepito.
La prospettiva del coaching
In genere il processo che ti porta a rimuginare cause su cause e a cercare di capire cosa sta accadendo, se esasperato, può trovare origine in qualunque accadimento come un fatto imprevisto, una situazione negativa improvvisa. Una volta che avvii il processo, inizi a rimuginare su sentimenti negativi e su cause tante volte distruttive. Da qui, ripetere i pensieri negativi e le previsioni senza via di uscita aumenta il convincimento di conclusioni negative e disagio emotivo
Non dovresti nemmeno sottovalutare che lo stress dovuto al susseguirsi di pensieri negativi, può comportare un indebolimento delle tue difese psico-fisiche. Rimuginare su pensieri ed emozioni negative non aiuta a fortificare la tua resilienza, la tua attitudine a superare positivamente occasioni di conflitto, disagio, pericolo. Se sei avvolto da una nube grigia, difficilmente riesci a discernere il bel tempo dentro e fuori di te. La tua autostima subirà seri colpi e la fiducia nelle tue possibilità tenderà a decrescere. A tale proposito, è corretto considerare che toglierti di mano la possibilità di tentare, di osare, di sperimentare strade nuove, indebolisce il tuo sguardo verso un futuro migliore.
Per combattere e invertire la spirare autodistruttiva è bene focalizzarsi sul qui ed ora, potenziando la consapevolezza. – “Chi sono oggi? Quali sono le mie attuali possibilità? Quali le mie aspettative realistiche?”- Rimani ancorato al presente e impara a leggere il tuo passato come strumento che ti ha reso come sei adesso. Ripercorrilo considerando che sei arrivato a ciò che sei, anche grazie ad esso.
Cerca di incontrare gente non conosciuta che può crearsi un’idea di te per come ti presenti oggi, indipendentemente da ciò che le tue elaborazioni raccontano di di te. Cerca nuovi amici cui non hai raccontato nulla di te. Inizia da adesso e costruisci non sulle ceneri del passato ma sulle fondamenta del tuo vissuto. Pensa concretamente a dei programmi di azione che il tuo coach potrà individuare con te. Sii concreto. Concentra le riflessioni a pochi minuti della giornata e poi agisci; datti da fare!
Ascolta musica, cerca gruppi con interessi nuovi mai coltivati. Distrai le tue riflessioni da quella conclusione negativa a imbuto che ti porta allo stallo. Cerca strade che aprono i tuoi orizzonti e guarda con simpatia ai tuoi disagi. A furia di essere tenera con essi, scoprirai che, tutto sommato, non hanno poi così tanta importanza. Ma sei tu ad avere valore; tu, completamente tu.
Vai avanti e poniti obiettivi fattibili e organizzati per procedere a piccoli passi; cerca traguardi intermedi ed identifica ciò cheti piace fare e come ti fa piacere essere. Non è una scelta di egoismo ma risponde ad un forte senso di responsabilità personale e collettivo.